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te! Catrina, bizzarra figlia della montagna barbarica, della conca rocciosa dei venti, come è dolce il tuo pian- to: come è dolce quando tu assistevi alla scena di dolore della madre, della madre che aveva morto l ultimo figlio. Una delle pie donne a lei dintorno, inginocchiata cerca- va di consolarla: ma lei non voleva essere consolata, ma lei gettata a terra voleva piangere tutto il suo pianto. Fi- gura del Ghirlandaio, ultima figlia della poesia toscana che fu, tu scesa allora dal tuo cavallo tu allora guardavi: tu che nella profluvie ondosa dei tuoi capelli salivi, salivi con la tua compagnia, come nelle favole d antica poesia: e già dimentica dell amor del poeta. Monte Filetto 25 Settembre Un usignolo canta tra i rami del noce. Il poggio è troppo bello sul cielo troppo azzurro. Il fiume canta be- ne la sua cantilena. E un ora che guardo lo spazio laggiù e la strada a mezza costa del poggio che vi conduce. Quassù abitano i falchi. La pioggia leggera d estate bat- teva come un ricco accordo sulle foglie del noce. Ma le foglie dell acacia albero caro alla notte si piegavano sen- za rumore come un ombra verde. L azzurro si apre tra questi due alberi. Il noce è davanti alla finestra della mia stanza. Di notte sembra raccogliere tutta l ombra e cur- vare le cupe foglie canore come una messe di canti sul tronco rotondo lattiginoso quasi umano: l acacia sa pro- filarsi come un chimerico fumo. Le stelle danzavano sul 33 Letteratura italiana Einaudi Dino Campana - Canti orfici poggio deserto. Nessuno viene per la strada. Mi piace dai balconi guardare la campagna deserta abitata da al- beri sparsi, anima della solitudine forgiata di vento. Og- gi che il cielo e il paesaggio erano così dolci dopo la pioggia pensavo alle signorine di Maupassant e di Jam- mes chine l ovale pallido sulla tapezzeria memore e sulle stampe. Il fiume riprende la sua cantilena. Vado via. Guardo ancora la finestra: la costa è un quadretto d oro nello squittire dei falchi. Presso Campigno (26 Settembre) Per rendere il paesaggio, il paese vergine che il fiume docile a valle solo riempie del suo rumore di tremiti fre- schi, non basta la pittura, ci vuole l acqua, l elemento stesso, la melodia docile dell acqua che si stende tra le forre all ampia rovina del suo letto, che dolce come l an- tica voce dei venti incalza verso le valli in curve regali: poi chè essa è qui veramente la regina del paesaggio. . . . . . . . . . . . . . . . . . Valdervé è una costa interamente alpina che scende a tratti a dirupi e getta sull acqua il suo piedistallo come la zanna del leone. L acqua volge con tonfi chiari e profon- di lasciando l alto scenario pastorale di grandi alberi e colline. . . . . . . . . . . . . . . . . . Ecco le rocce, strati su strati, monumenti di tenacia solitaria che consolano il cuore degli uomini. E dolce mi è sembrato il mio destino fuggitivo al fascino dei lontani miraggi di ventura che ancora arridono dai monti azzur- ri: e a udire il sussurrare dell acqua sotto le nude roccie, fresca ancora delle profondità della terra. Così conosco una musica dolce nel mio ricordo senza ricordarmene 34 Letteratura italiana Einaudi Dino Campana - Canti orfici neppure una nota: so che si chiama la partenza o il ritor- no: conosco un quadro perduto tra lo splendore dell ar- te fiorentina colla sua parola di dolce nostalgia: è il fi- gliuol prodigo all ombra degli alberi della casa paterna. Letteratura? Non so. Il mio ricordo, l acqua è così. Do- po gli sfondi spirituali senza spirito, dopo l oro crepu- scolare, dolce come il canto dell onnipresente tenebra è il canto dell acqua sotto le rocce: così come è dolce l ele- mento nello splendore nero degli occhi delle vergini spagnole: e come le corde delle chitarre di Spagna..... Ri- bera, dove vidi le tue danze arieggiate di secchi accordi? Il tuo satiro aguzzo alla danza dei vittoriosi accordi? E in contro l altra tua faccia, il cavaliere della morte, l altra tua faccia cuore profondo, cuore danzante, satiro cinto di pampini danzante nella sacra oscenità di Sileno? Nu- de scheletriche stampe, sulla rozza parete in un meriggio torrido fantasmi della pietra.... . . . . . . . . . . . . . . . Ascolto. Le fontane hanno taciuto nella voce del ven- to. Dalla roccia cola un filo d acqua in un incavo. Il ven-
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